pannelli solari bifacciali con tecnica “shingle"
Nuove tecnologie nel fotovoltaico: i nuovi pannelli solari bifacciali con tecnica “shingle”

La ricerca arriva sul mercato con la commercializzazione dei pannelli solari bifacciali con  tecnologia “shingle interconnection”, una nuova tecnica di saldatura delle celle che sostituisce quella più classica delle barre (bus-bar). L’arrivo sul mercato è previsto entro il 2020 e la casa produttrice è la Maxeon Solar Technologies (SunPower).

La tecnologia shingle interconnection

Nella tecnologia coi moduli shingle, le celle vengono leggermente sovrapposte una sull’altra, esattamente come le tegole dei vecchi tetti in legno. In questo modo il punto di saldatura necessario al passaggio della corrente viene creato nella parte inferiore del pannello.

Questo metodo elimina la necessità di nastri di interconnessione e la spaziatura tra celle adiacenti, evitando che alcune parti vengano oscurate dai busbar. Inoltre, questa modalità costruttiva implica una riduzione delle perdite resistive, permettendo di assottigliare le cosiddette “dita d’argento” e risparmiando nei costi di produzione.

I risultati della tecnica shingle

La nuova linea è stata appositamente progettata per soddisfare le esigenze di impianti fotovoltaici su larga scala e multi-megawatt: si tratta dei primi prodotti che utilizzano celle solari mono-PERC bifacciali realizzate con wafer G12 da otto pollici di grande formato.

Il risultato  sono moduli con un più 21% di efficienza, una maggiore tolleranza all’ombra e una durata più lunga.