Aree idonee alle rinnovabili: la Conferenza unificata ha raggiunto l’intesa

La Conferenza unificata tra Stato, Regioni e enti locali ha raggiunto l’intesa sul decreto per le aree idonee agli impianti necessari a produrre energia da fonti rinnovabili.

Il Decreto Legge

Il decreto dovrà essere approvato entro fine mese per non sforare le tempistiche Pnrr –  con all’odg il solo tema delle aree idonee, la Conferenza ha raggiunto un accordo sul testo ora atteso all’emanazione del ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto.

«Accogliamo l’accordo con grande soddisfazione, è un obiettivo raggiunto. Abbiamo sbloccato un decreto lungamente atteso, un nuovo tassello verso la decarbonizzazione – commenta il ministro – Il Mase ha sempre promosso la via del confronto con le amministrazioni regionali e gli enti locali: solo con la piena condivisione, infatti, si potranno raggiungere gli 80 GW aggiuntivi di rinnovabili, contemperando con pragmatismo lo sviluppo energetico, la difesa dell’ambiente e le esigenze di tutela del paesaggio».

I pareri critici sulle conseguenze del DL per la transizione energetica

Secondo alcuni pareri provenienti da diversi soggetti che sostengono una spinta maggiore verso la transizione energetica, il decreto si presenta come l’ennesimo freno a mano tirato sulla transizione energetica, tant’è che nel nuovo testo è stata stralciata anche la norma che metteva al riparo della nuova tagliola normativa i progetti rinnovabili già avviati prima dell’entrata in vigore delle leggi regionali di individuazione delle aree idonee.

Già prima dell’intesa sul nuovo testo, l’applicazione dei criteri generarli individuati dal decreto governativo rischiasse di mettere una pietra tombale sui nuovi impianti: gli uffici della Regione Toscana, ad esempio, stimano che il 97% del territorio locale venga ritenuto non idoneo al fotovoltaico, arrivando a quasi il 100% per l’eolico.

Posizione delle Regioni: la Sardegna

Un risultato cui ha contributo non solo la maggioranza che sostiene il Governo Meloni, ma anche la presidente della Regione Sardegna Alessandra Todde, che dichiara: «La Sardegna ha risposto alla speculazione energetica e ha mandato un messaggio chiaro – commenta nel merito Todde – non accetteremo più di essere calpestati o considerati come una Regione di serie B. Abbiamo combattuto per ottenere un decreto sulle aree idonee che rispondesse alle prerogative della Sardegna».

Anche il ddl sardo che vuole imporre una moratoria lunga fino a 18 mesi per i nuovi impianti proseguirà il suo iter legislativo in Consiglio regionale: «Sarà lo strumento necessario sia per gestire le poche autorizzazioni già date, che per comporre in 180 giorni il decreto sardo delle aree idonee», conclude Todde.

FONTE: GREENREPORT.IT